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Giornata del Ricordo

10/2/12
Ricordiamo oggi tutti i nostri connazionali torturati, uccisi, deportati ed esiliati dalla violenza slavo-comunista negli anni '40 e '50. Ricordiamo inoltre tutti coloro che furono contestualmente perseguitati e massacrati, pur non essendo Italiani, ma comunque vittime della pulizia etnica o della repressione politica attuata dai comunisti jugoslavi. Parliamo di vittime tra le 15.000 e 20.000 unità, di cui almeno la metà accertate. Parliamo di centinaia di migliaia di esuli. Condanniamo la jacquerie e la violenza di stato che precipitò uomini e donne, in alcuni casi ancora vivi nelle famigerate foibe. Condanniamo i responsabili diretti e indiretti di questo sterminio: i partigiani di Tito e i loro collaborazionisti italiani, Togliatti e il P.C.I. dell'epoca, la D.C. dell'epoca, che si girò dall'altra parte. Oggi i politicanti italiani si battono il petto: per sessant'anni dove erano stati? Oggi il Presidente Napolitano dà la medaglia ai familiari delle vittime; allora non pronunciò una sola parola di condanna, da buon carrierista delle file del P.C.I.. Disprezziamo i negazionisti di questo genocidio, perché non agiscono in nome della ricerca storica (sulla quale si potrebbe obiettare solo dal punto di vista storico o ci si comporterebbe da inquisitori), ma in nome della loro ideologia e sono gli stessi che portano omaggi floreali ai partigiani titini. Per i morti, un silenzioso ricordo.